Cronache Salerno Notizie Salerno Provincia - Home :::: E' scomparso Nicola Boccassini, il giudice che incastrò il clan Mirabile
E’ scomparso il giudice Nicola Boccassini, zio del pm di Milano Ilda Boccassini, nella sua casa di piazza Porta Rotese.
I funerali oggi nella chiesa di San Domenico alla ore undici e trenta.
Magistrato di lungo corso la sua carriera venne stroncata da una serie di indagini che lo portarono all’espulsione dall’ordine giudiziario e gli negarono anche la richiesta di pensionamento anticipato. I guai comunciarono nel 95 quando l ex procuratore capo di Vallo della Lucania fu rinviato a giudizio insieme con altre 31 persone, nell' ambito dell' inchiesta sulle tangenti pagate in cambio dell' "aggiustamento" di processi. Il provvedimento fu emesso dal gip Luigi Esposito. Boccassini, fu accusato di associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d' ufficio, falso in atto pubblico e favoreggiamento. Cominciarono per lui sette anni di processi, tre gradi, fino alla sentenza definitiva di condanna in Cassazione.
Il Csm, pur di decidere la sua espulsione non gli consentì neppure di garantirsi con un difensore. Nominarono un avvocato di ufficio, lì di passaggio per palazzo dei Marescialli, al quale vennero concesse tre ore per conoscere le carte.La sentenza del Csm venne emessa nel settembre del 2002 e confermata dalla Cassazione l’anno successivo. La sua condanna penale per consussione fu motivo di rigetto anche nel tentativo di ricorso al Consiglio di Stato nel 2007 contro la sentenza emessa dal Tar del Lazio. emessa nel luglio del 2006. Come detto una lunga battaglia legale che non gli permise di ricostruire la carriera. Eppure la sua carriera fu costellata da colpi importanti.
Nel ’75, da giudice istruttore interrogò in America Masino Buscetta nell’ambito di un processo per traffico di droga nel quale fu coinvolto anche un salernitano, Carlo Zippo.Nell’86-87, come sostituto procuratore generale sostenne l’accusa contro il clan di Mario Mirabile. Lascia i figli Betty, Marco, Rossella e Marina. Chi in magistratura, chi nelle libere professioni, chi nella pubblica amministrazione con il rigore della preparazione e della serietà.
Amava ripetere ai pochi amici che gli erano rimasti:
«Rispetto oggi e rispetterò sempre la sentenza di condanna dei magistrati pronunciata nei miei confronti. Rispetto, ma non posso condividere, il provvedimento disciplinare di espulsione dopo che avevo chiesto di pensionarmi. Impugnerò in Cassazione questo provvedimento del Csm, adottato con una inedità severità del tutto sconosciuta ad altri casi analoghi. Chiederò la revisione del processo penale». Invece è morto perdendo la sua ultima battaglia.
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