venerdì 12 agosto 2011

TOGHE EVERSIVE, ECCO PERCHE' SERVE UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA

Da "IL GIORNALE" di martedì 10 maggio 2011
Toghe eversive, ecco perché serve una commissione d`inchiesta Il premier rilancia: KVer ficare l`esistenza di un`associazione a delinquere fra i Pw Nello statuto di Magistratura democratica la conferma della loro militanza politica Anna Maria Greco Roma Silvio Berlusconi vuole «una commissione d`inchiestaper evidenziare se all`interno della magistratura ci sia un`associazione con fini a delinquere».
Il premier ne parla uscendo dal tribunale di Milano, dopo l`udienza del processo Mills, ma non è una novità assoluta se l`ultima proposta di legge sull`uso politico della giustizia, presentata a febbraio 2010 da Jole Santelli e Giorgio Stracquadanio, ripropone quella firmata da Fabrizio Cicchetto e Michele Saponara nel 2001.
Il Cavaliere e i suoi pensano a quella magistratura militante, con le bandiere rosse e lo spirito fortemente ideologizzato, che da sempre è stata in stretto collegamento con il Pci prima e i suoi eredi poi, fino all`attuale Pd, ma anche con Rifondazione comunista, Pdci e alcune forze extraparlamentari.
Chi si sorprende e si sgomenta, come Osvaldo Napoli del Pdl, di fronte al documento costitutivo di Magistratura democratica, forse non ha seguito negli anni la storia del collateralismo politico di questa corrente di sinistra delle toghe.
Il vicepresidente dei deputati pidiellini invita tutti a rileggere quel testo, mentre si onorano i magistrati vittime del terrorismo e infuri ala polemica, con il solito Umberto Bossi che prende le distanze: «Commissione d`inchiesta? Non so cosa sia. Non parlo di magistrati, perché ce n`è qualcuno stronzo ma uno non può dire che siano tutti stronzi».
Più che un sindacato, Md in effetti appare come una formazione «combattente» che vuole attuare un ben preciso modello politico-sociale. «Occorre rendere esplicito - si legge nell`atto di nascita - il fondamento ideologico degli obiettivi che l`associazione propugna. In altre parole oc- corre inserire codesti obiettivi in un`organica concezione della società e dello Stato».
Dalla fondazione a Bologna nel 1964, la corrente negli anni si organizza, meticolosamente e capillarmente sul territorio, per reclutare, formare, indottrinare e pungolare schiere di magistrati «impegnati» in un preciso progetto politico.
Dice ancora l`atto di fondazione:
«Il movimento si pone di indirizzare l`attività associativa ad una radicale svolta che la situazione generale del Paese e le aspettative in essa prepotentemente affiorate rivelano ormai matura. Tali aspettative si concretano nella richiesta ogni ora più pressante di rottura delle strutture istituzionali ereditate da un lontano e tragico passato e nella esigenza di instaurare la nuova tavola di valori scaturita dalla Resistenza e consacrata nella Costituzione».
Bastano pochi anni adAdolfo Beria d`Argentine per capi- re che Md è troppo organica al partito della falce e martello e addirittura vicina a forze extraparlamentari così fanatiche e violente da fiancheggiare il terrorismo. È lui, nel 1969 a guidare gli scissionisti che lasciano la corrente e fondano il movimento «Impegno costituzionale».
Md negli anni si alimenta agli scritti di giuristi come Franco Bricola, Giorgio Ghezzi, Stefano Rodotà, Franco Cordero, Gustavo Zagrebelsky.
E continua a richiedere una precisa scelta di campo ai suoi iscritti, superando i timori di eventuali accuse. «Il superamento del piano corporativo - dice ancora l`atto fondativo - inevitabilmente comporta una presa di posizione ideo logica, perché ad essa ci si è sempre inconsciamente o consciamente sottratti evidentemente nell`erroneo timore che l`affrontarla conducesse ad assumere una qualificazione politica determinata».
Un timore, viene da dire, non così erroneo.
IN ROSSO È ancora scontro fra Silvio Berlusconi e i magistrati di Milano Durante una pausa dei processo Mills il premier ha auspicato la creazione di una commissione d`inchiesta suiruso politico della giustizia.
A Montecitorio c`è già una proposta del Pdl per istituirla [Ansa] Quaranta onorevoli 007 per indagare sui rapporti tra giudici e partiti Presentata alla Camerail4 febbraio 2010, la proposta di legge che ha come prima firmataria Jole Santelli (Pdl) prevedeunacommissione di inchiesta sull`uso politico della giustizia. Sarebbe formata da 20 senatori e 20 deputati, scelti dai presidenti delle Camere in modo proporzionale alle forze politiche. Entro un anno dovrebbe accertare:
irapportifra partitie magistratura;
presunti obiettivi politici delle toghe; l`influenza delle correnti su giudici e pm; l`esistenza di casi di esercizio mirato dell`azione penale; l`esistenza dicasi dimancato o ritar dato esercizio dell`azione penale afini extragiudiziari;
se singoli esponenti o gruppi nella magistratura abbiano agito per interferire con l`attività parlamentare e di governo; se e come vada riformato l`ordinamento giudiziario e le procedure penali e civili per «garantire il funzionamento equo, celere e imparziale della giustizia». La commissione avrebbe gli stessi poteri dell`autorità giudiziaria per svolgere le indagini.
Di fronte a essa non si potrebbe opporre il segreto di Stato.

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